20110816

È il tempo della papaya

Un titolo duchampiano non dispensa dalla metità, nell'essere imparzialmente parziale, del tener fede solo ad una di due parole: anatematico ultimamente si, ma poco riflettente in senso non ottico.
Per scagionarne l'incoerenza ma non troppo, dispenso di seguito vaghi sinodi di semantica e sintassi, semiotica in sostanza, ermeneutica in forma, e gli orinatoi tornano ad ingurgitare il flusso di Manzoni (chi ha orecchie per intendere...)

Primo
 Con vocalizzazioni kantiane, sperimento l'universalmente sperimentata presenza di un non-visibile mostro (poltergeist o cosa? harrypotteriani dissennatori dal palato cronologico?)... multitesta, immuni alle armi incantate, o qualche altra dì-e-dì-anità (terza edizione, non oltre!), può darsi, ma di sicuro: succhiatempo.
 Succhiatempo suggitempo aspiraore rubaminuti schiacciasecondi fregagiorni, gazze per attimi splendenti, Lupin in attimi inestimabili, Diabolik del business...
 Nella mia vita, ho un tapiro che dai sogni è (dice per colpa del suo dietologo) passato direttamente al tempo per realizzarli.

Secondo
 Reale realtà: mai pensato?... Trova il doppiosenso.

Terzo
 La gente deve essere più scettica.
 Cioè.... dico io...

Dessert
 Il nostro concetto di "naturale" è fortissimamente condizionato, non trovate?
No, non puoi chiedere da cosa.