20121201

Prosatomi


Sono ispirato?
Inspiro. Addento la pizza pancetta e stracchino.
Sospiro. Redbull.
Musica relax, pc.
Tastiera, germi sui tasti, dita profumate dal sapone al tè verde che si scambiano batteri con la tastiera.
Schermo illuminato dalla corrente. Curiosità si sveglia. Da dove viene la corrente? Non so. Associazioni dubitative. Cosa so? Nome, Cognome, rappresentazione attuale del mondo. So che non so neppure quella che avevo ieri, di rappresentazione del mondo, perché è solo nella rappresentazione del mondo di oggi che la posso ricordare. Esiste solo il presente, o peggio la sua illusione nel probabile ritardo tra i nostri processi mentali e l'esperienza che ne facciamo. Muovo le dita; so di muovere le dita; sono consapevole della mia iniziativa di muovere le dita solo dopo che ormai l'impulso di farlo è partito.
Sono solo l'archivio di me stesso. Stronzate, "consapevole" ancora non ha un senso, uno scenziato non può misurare dimensioni non definite.
E le dita vanno, tamburellando i piccoli coiti elettronici, partorendo parole digitali.
Noi siamo stati, prima che volessimo definirci. È l'egolatria tenace di un passo evolutivo nel divorzio tra il solo e il tutti.
Leggo il Jazz Acido di una conoscente. Esperisco la pluralità. Affronto i commenti di un matematico alle mie parole approssimative.
Il mondo continua a rotolare nello Spazio, ma non me n'ero accorto poco fa. Sembrava tutto fermo, poi il frigo ha iniziato a fare i gargarismi. Un suggerimento per chi non ha ancora lavato i denti. Odiati frighi, e odiate antropomorfizzazioni.
Vorrei suonare più di un pianoforte, un silenziocaos che richieda più esistenze per i suoi infiniti tasti.
Ho un beat che gira, e il suono mi arriva all'orecchio dalla parte sbagliata dei timpani, da dentro la testa.
Non c'è una storia da narrare che si distingua dalle altre. Le fantasie sono un'unica orgia di fame d'esistere.
Sono le leggi dell'esistenza. Quelle degli uomini sono facili da sapere, e il problema è rispettarle. Quelle dell'universo non puoi infrangerle, e il problema è saperle.
Ma io non m'inganno d'isotropia: le leggi cambiano nel tempo. Non eravamo qui, ma in un atomo soltanto, tutt'insieme prebigbangamente. E in un'attimo soltanto... pure l'entropia ogni tanto tira qualche brutto scherzo.

Poi magari sono un cervello in una vasca che gioca al video game del Roma 30 Novembre 11:13 Via blablabla, qui ed ora. Allora complimenti alla casa videoludica per l'ottimo prodotto. Gioco e mi diverto.

20121006

La PsicoBibbia: cap I

Per l'amica oggi incoronata strizzacervelli, ho (ri)scritto questo racconto.

20120903

La notte filosofica

Non scrivere per scriversi
ma scriversi per scrivere

Mentre mai satura di caffè, la mente
ha scritto il libro più bello ma è
nella prossima vita ma solo se
La reincarnazione non esiste

Leggo nel futuro alternativo come dico alternativo:
non ad un futuro, ma al Concetto di Futuro.

Forse capisce chi ama far tardi;
sicuro carpisce chi del ritardo è innamorato.

Non per patologia essere insonne:
per obiezione di coscienza al sonno
(per obiezione d'incoscienza al mondo)

Sogno lucido se da sveglio mi concentro
nell'ultima esperienza chiamabile
sogno... è che

la sensazione, è un mondo
il mondo, è una sensazione

e il sentimento, comizio di neuroni
col suo condominiale puro odio

Smessa l'utopia del razionale
se senza pausa m'inseguo a scapparmi
dall'irrazionale essermi,
cacofonico fastidio di me stesso

Hai visto sopra il verso sbarrato.
Hai visto sopra, il verso sbarrato.
E hai visto, sopra il verso sbarrato.

Così scrivi tutto.
Dubitare, negare, sospettare.
Scetticare.

Eppure l'eppure.
Degli infiniti, uno:
Tanto consumismo eppur non c'è
dove comprar l'Atarassia.

20120901

d-istanti


Sul suo morir il mattin mi desta
E la doccia me la farei fin dentro
Aprendo la bocca, wash inside
L'impastato gusto sulla lingua

In poco dissolvo l'intorno se assopisco
Ma in molto ricompatto il mondo se
Mi strappo al sonno o sarà che
Mi strappo il sonno, con te

Giorni volati e versi grattati
Nobiltà d'istanti piccoli 
Giacché se distanti grandi 
Dantesco esiliato comporrei   
Il poema della Settimana...

20120526

Aiuto



Errori incrementali
e intorno facce errate
serate già ingannate
per derubar se stessi

parti di vita irreciclabile
ma noi desideriamo
il tanto che trascende
le poche parti belle

la musica fugace
d'inadeguatezza condannata
o il pasto più procace
del teneroso masochista

ciò che piangi per sapere
sta tra due labbra e un pugno
proibita offerta di calore
che assaggi zitto e trasgressivo

le tue dolcezze inebrianti
buttate alle risate
macerate col fantasma
invenzione rosa che non è
                                d'aiuto

20120520

L'angolo di pelle


Stasera per volare
l'aria è troppo dura
ma restare fermi
ci fa troppa paura

Tremore di una fiamma
che s'innamorò del vento
quando la vedi soffocare
sai se muore o fugge via
abbandonata al suo soffiare?

Se sognassi di dormire
sarei sonnambulo sicché
camminerei fuori dal sogno
senza saper perché

Se poi ascoltassi il passo
di un sogno che mai
è stato crocifisso
ci vedresti stimmate giacché
è inchiodato a te

Solo ti manca flagellarmi:
dov'è la mia passione?
Aspetto che tu nuda
mi frusti a mani vuote

E se tanto piacere
lasciasse cicatrici
non mi vedresti avere
più un solo angolo di pelle

20120518

Ricordando il futuro


Ricordando il futuro
salterò
ma restando immobile

Ho letto due stronzate
scritte sopra un grigio muro
poi altre 568
scritte su un grigio giornale

Ho letto in molti occhi
ipocrisia beffarda viola
e colto dalle bocche
eccessi di parole
dal gusto irrilevante

Ho percepito al tatto
sensi di salda sicurezza
sudati sopra un mondo
dall'odore disgustoso

Imploro all'universo
che abbia un vuoto di memoria
per qui scordarmi e ricordarmi altrove:
in un diverso spazio
non prima né dopo
ma sulla linea temporale che mai sfiora
colui che sono adesso

20120511

Il morso

Luttuosa e voluttuosa notte
strana musica che geme
e le forme in ombra
offuscamenti del sentire

Lente note
lenti sguardi
ma come lampi
i sogni rapidi

Non freno fantasie
che insinuando infilo
nell'idea con cui mi mordi
ricamando le invadenze
dell'idea con cui mi mordi

Quasi appena troppo
per te piccoli capricci
per me gran frastornamenti
la segreta inclinazione della bocca

Tra tanti tipi di dolore
il fato mi volle la fortuna
d'aver quello ch'è al piacer confuso

20120509

peristalsi

Nulla oltre l'istrionismo esibito.
C'è un cuore, una bocca, e un labirinto tra le due; labirinto di cazzate, cazzate, cazzate. Ammassi, montagne, pianeti di pregiudizi, e la terribile paura che uno ti possa costringere a uscire dal gioco delle piccole merde umane  a fingersi se stesse.
Faticare una vita per spegnere l'impeto a vivere, e imparare ad essere gli attori dell'insignificanza.
Se fai notare quando faccia incredibilmente ridere la plateale stupidità di una persona a seguire i suoi schemini del "io sono così", ti prendi il suo sguardo sui compresenti che dice "aiuto aiuto, gridiamo in vile coro che questo è pazzo perché sennò poi ci denuda il viscidume epiteliale, poiché insulsi vermi noi siamo, ma è bello credersi nobili"; oppure vedrai il sorrisetto di chi disperatamente vuole prendere il tutto per gioco.
Bella la nobiltà di quest'estetica malata e corrotta in cui l'inautentico nasconde il patetico.

20120507

Storpiamenti

Vidi un sogno storpiato
da un cupido ubriaco
una freccia incoccata dal rosso
una freccia scoccata da un tramonto

Soffoco la fede sensuale
nella stella polare di un cielo dipinto
che ruota e m'inganna il sofferto
girovagare in silenzio

Ho l'affetto per il buio
che ha la luna: scompaio
se luce attira sulle vicinanze
lo sguardo cui ciela le non piccole distanze

Il tuo bacio siderale
non ha un vento che lo porta
e il tuo volto da sognare
non ha un sonno che lo porga

I sentieri li ho annodati in ogni trama
mai sfinito dalla brama di trovarti
finché con tutto sotto i piedi consunto
a passi ho scavato il pianeta
e dissotterrata nel suo cuore, soggiacente
alla regalata raminga eternità mia
per te, mio miraggio di follia

Non sto ispirato, solo rincojonito
perché non solo t'ho veduta
ma pure toccata, e troppo
per mantenere sano il mio pensiero

Abbandona il buio
agli orizzonti del tuo amore
che arriva il timido rossore
tra le nubi e il mare, futuro
ricordo del bacio siderale,
nell'abbraccio a quel vento
del solitario che trova compagno
in se stesso soltanto.

20120409

Riflessione e bloggamento


Vita. Semaforo. Rosso. Stop.
Altro che Ercole...
All'improvviso, montagne di merda da spalare... e che ti ritrovi in mano? Un cucchiaino.

Accompagnarsi a se stessi lungo le grette indifferenze degli altrui sguardi.
Il proseguimento di un metereopatico, non nel plumbeo meriggio di un'inattesa canicola romana (con la sua tipica inquinata sauna di appiccicosa afosità), ma tra un atipico freddo vento a cielo limpido e raggiante sole, che così interiormente stona e l'umore mi confonde.

Un pensiero o forse mezzo, e muti discorsi su labbra che non hai mai imparato a leggere. Non ti sei perso nulla.
Spesso la pelle è quanto più è meglio fermarsi a conoscere.
...Scherzo: il pessimismo ha il piccolo paradosso di non vedere il proprio lato negativo.

Uhm.

Uhm: onomatopea di un pensiero mentre invece hai la testa vuota.

...pensiero??

Pens... pen.... pe... pensi... pensier... lice?... pensiero fe... siero felice.
Il siero felice. Istruzioni per l'iniezione.
"Fiore: piedi nudi su un prato. Fiore con ape dentro. Cammini e schiacci. Ape fotte ditone. Tanta bua."
Manuale sbagliato.
Questo? "Controindicazioni a momenti inopportuni per fantasie inconfessabili". Mi sa di no.
Scale di sinapsi verso il ripostiglio dietro il neurone all'angolo.
Eccolo!

"Prima di bere il caffè annusalo con beata lentezza.
Una volta al giorno cogli in una nuvola un'insolita scultura.
Dopo che con gran sapone ti sei lavato le mani assapora il profumo del pulito tra le dita.
Nei giorni ventosi dedica un minuto ad ascoltare le fronde degli alberi stormire.
Fai ridere qualcuno semplicemente con un'inattesa boccaccia.
Mentre parli di te con qualcuno, rinuncia a raccontare qualcosa e chiedi invece che l'altro ti racconti qualcosa di più di sé.
Raccontati una bugia sul tuo passato che vorresti ti raccontassero.
Prendi il tuo più grande problema di adesso e dubita con sincerità che sia importante.
Concediti tre respiri amando profondamente l'aria di ognuno di essi.
Fottiti di essere felice e pensa che la verità è più importante, poi guarda un albero e vedi che lui non si cura di nessuna delle due.
Aspetta che ti venga fame e mangia un dolcetto insieme a una persona che ti fa stare bene."

20120407

coscienza?



La verità è che più lo fai, più lo farai.
Le persone col tempo divengono sempre più un automa programmato dalle proprie abitudini. D'altronde tu sei il tuo cervello, che ha una sua struttura. Le tue capacità e i tuoi comportamenti sono dati da come è (hai) fatto il tuo specifico cervello: ogni volta che compi un'azione "nuova", lo cambi un po'; ogni volta che assecondi un'abitudine, rafforzi la tendenza del tuo cervello "a fare così", o meglio: a farti fare così.

Banali punte dell'iceberg di tale verità comprendono ad esempio il pericolo del vizio di procastinare. Quando dici "lo farò domani", scegli di rafforzare l'incapacità della tua volontà, piuttosto che la tua capacità di realizzare quella cosa.

Come si dice:
ogni azione è un filo che conduce a un'abitudine;
ogni abitudine è una corda che ci lega a un modo di vivere;
ogni modo di vivere è una catena che ci imprigiona a un destino.

Facile spezzare il filo, difficile tagliare una corda, quasi impossibile rompere certe catene.

20120405

Con segue


Tu scegli. In ogni stante. Scegli cosa fare, dove stare, cosa dire, cosa pensare. Scegli di non fare caso che è così, scegli di non scegliere. Ma puoi solo scegliere di pensare di non scegliere. E le conseguenze arrivano, stanno arrivando, senza tregua.
Con-seguenze, che-seguono... TI seguono , e una volta che ti raggiungono, te le devi tenere.

20120402

Ritardatari


Hai già più di vent'anni e tra non molto la tua giovinezza sarà finita. Ogni istante di questi tuoi giorni adesso è una scelta che determinerà quanto varrà la pena di vivere il resto.
E mi sento un po' bastardo, perché ora ti ho tolto la consolazione di poter dire, quando sarà troppo tardi, "nessuno mi aveva avvertito".

20120320

. . .


Il problema è che spesso le nostre scelte passate confluiscono col tempo in situazioni in cui non esiste una scelta che non sarà sbagliata.

20120306

Diario di un tale senza senso comune

Almeno il 99% della nostra vita è una pura convenzione dettata dal buon senso. Immagina non averne.

20120214

Retrospezione I: parafrasi attuale

E qui il titolo sarebbe sporco
se senza suono o luce mi sveglierò
ancora costretto
a errori mai nuovi
e alla rinuncia a pretese
di senso

Ha forse occhi
quel ch'eravamo ieri? Per guardarci
oggi come ancora credenti
nell'esistenza del tempo
nel tempo
ma vedi: il passato
ricorda ma non riconosce

Tra terra e asfalto e aria
ci distinguiamo da "domani"
e sui passi attenti
all'ermetismo di segrete
e altisonanti e
dai toni sommessi come queste
parole, ancora mi vedi
svegliarmi costretto...

Scoprirsi vivo è imprigionarsi
e imprigionarsi nel mistero
di stare qui.
La differenza tra i perché
come si coglie? Non riesco...

Dedica d'amore
o immagine di sangue
tutto si confonde
quando smetto d'ingannarmi

E' giusto non seguire
un filo che non c'è
come supporre che
sia un filo
l'assenza che ce n'è

"Facile a dirsi", ma attorno
gli accadimenti danzano
al mutismo che parla
prima di noi: "Oggi esisto".

E vivi, e morti,
e incapaci d'incollare
certi pezzi tra i fantasmi
di coerenza

Ci oblieremo nell'emozione?
Il punto di domanda
toglilo: si usa troppo
prima di sbagliare
a toglierlo; forse più troppo
prima di sbagliare
a vivere.

Capire o morire

Capire o morire

Capire o morire
che siamo santi del peccato
e preghiamo chi?
il silenzio in cui preghiamo

Capire o morire
che ascolti il pontefice
oltre la fine d'ogni frase
(appena un po' più lungi
da dove sentiremmo)

20120208

Retrospezione 0


"Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono
di quei sospiri ond'io nudriva il core
in sul mio primo giovenile errore
quand'era in parte altr'uom da quel ch'io sono..."

Anelare non tacersi

Occhi in rossa rete
di sangue ed emicrania
trascinando in strappo
radici ben frustranti
a forza nella mente

E morire persistendo

A forza l'emozione
è maldestra e sregolata
se ti disegno porte
colorando fuori i bordi
delle nascoste tue prigioni

Com'è concesso vivere?

Palpo lividi dolenti
e scorre e in superficie
accarezza e trova tutto
perché il mio tatto tu l'adori

Nessun abisso no
nessun profondo che si spera

È tutto tra le gote
due lingue senza un bacio

Si sa il trucco d'inesistere

Fingi confonditi e spara
cazzate per il tempo
che dubito esser solo
a non credere al teatro

L'infanzia non ha ali
ma con calma puoi cadere
non c'è terra e sfracellarsi
è paura di temere

Arrotolati sui pensieri
tra le spire del serpente
hai morso mele marce
ma qui sto per aiutarti

Ho due dita che ti ficco
nella gola ma dell'anima
a vomitare il tuo casino

Hai apocalittico bisogno

Fetali accoccolati
ci culliamo e siamo soli
e candori solitari
e candori che scavati
con violenza tra parole
ti riesumano te piccola
vigliacca tenerezza
talmente tanta tenerezza:
non coccolarti è sofferenza

Ma prima di tardi fuggirò

Sparami salvami e abbandonami
e mai osa comprendermi
perché insisto
dove ci sto ammazzando

20120113

Mad Girl's Love Song

"I shut my eyes and all the world drops dead; 
I lift my lids and all is born again.
(I think I made you up inside my head.)

The stars go waltzing out in blue and red,
And arbitrary blackness gallops in:
I shut my eyes and all the world drops dead.

I dreamed that you bewitched me into bed
And sung me moon-struck, kissed me quite insane.
(I think I made you up inside my head.)

God topples from the sky, hell's fires fade:
Exit seraphim and Satan's men:
I shut my eyes and all the world drops dead.

I fancied you'd return the way you said,
But I grow old and I forget your name.
(I think I made you up inside my head.)

I should have loved a thunderbird instead;
At least when spring comes they roar back again.
I shut my eyes and all the world drops dead.
(I think I made you up inside my head.)"

-Sylvia Plath

20120107

Deglutire


Volto scarno di chi attende
il ritratto bianco di un'assenza

Nostalgico ascolta a duri pezzi
sorrisi seri
suonanti e silenti

Tasta e odora adesso
la cenere calda ma distante
di un'aurora

I raggi rossi arroventarono
la ghiaia insabbiata
che soffocava l'acqua

Del mare che scrosciò
ne hai lasciato il profumo
senza inganno nei ricordi
di ritorno nel presente

Ho pallida, una mano chiusa
truce, una mascella tesa
fredda, una coperta ruvida

La galera gelida del pathos
si è rinchiusa fragorosa
sull'impassibile notte

La gente approssima la gente
e per le parole senza tregua
omertosi omicidi.

20120105

Piccolo manuale per aspiranti psicotici

-Conosco poche persone che non hanno pensato almeno una volta nella loro vita di scrivere un libro.
-...macché, ne conosci un sacco. Pensa solo a dove vivi.
-Puoi anche darmi dell'io.
-Invece di rubare battute a Smeriglia potresti... pardon, potrei, proseguire con il discorso.
-Lo farei se tu.. cioè io, non mi interrompessi.
-E allora non mi interrompo.
-Ma mi sono detto di andare avanti...
-Ce l'avevo con me...
-Che fai, parli da solo?
-No idiota, ce l'avevo con me in quanto te!
-Ah capisco, ma allora potresti anche dirle io le cose.
-Attento alla grammatica, che poi sembro scemo.
-Pardon.... potremmo anche dirle noi le cose.
-Per chi mi sono preso, per un dissociato? So che ci tengo a parlare al singolare quando si tratta... di sé.
-...Non so che dirmi...
-Non ho tutti i torti...
-Eh, con chi credo di stare a parlare?
-Già, sono proprio me.
-Piano coi meriti, sono io che ho cominciato.
-Appunto.
-Sai benissimo cosa intendo.
-Che c'è, voglio litigare?
-Non saprei se restarci male.
-Oscar Wilde: adoro parlare con me stesso e a volte faccio dei discorsi così intelligenti che neanche mi capisco.
-La sapevo.
-Sciocco.
-Mi sono offeso.
-Puoi dirlo forte.
-Posso piantarla con questa farsa del darsi dell'io?
-Vuoi davvero ricadere nel paradosso di riconoscerci matto?
-La grammatica... l'hai detto tu.
-Colpa tua, mi fai venire una crisi d'identità.
-I monologhi da finto pazzo... l'ultima spiaggia per chi non ha più fantasia.
-Parla per te......... (non era voluta.)
-Senti, ho bisogno dei miei spazi.
-Esci dalla mia testa!!
-Ne abbiamo parlato già tante volte.
-Hai corrotto lo psicologo.
-Penso che te ne saresti accorto.
-No invece. Sono convinto che mentre dormo tu ti svegli col nostro corpo e cerchi di farmi fuori.
-Sapevo che non dovevo leggere quell'articolo sulla sexsomnia...
-È il nostro inconscio che ti ha portato a farlo. Puoi fuggire da te ma non dai miei meccanismi di difesa.
-Intendi che posso fuggire da te e non dai miei meccanismi di difesa.
-Punti di vista.
-Sarò comprensivo.
-Stai ancora giocando col darsi dell'io?
-No.
-Giuri?
-Giuro.
-Su chi?
-Su me.
-....
-....
-Fammi vedere la tua comprensione prima che...
-Prima che?
-Ci tengo svegli tutta la notte!
-Non ne hai voglia.
-Si invece.
-Ah allora va bene, dato che ne ho voglia...
-Sai, penso che sono, sei e siamo davvero noiosi.
-Pensi, lo penso e lo pensiamo?
-Ma quanto ci mettono a inventare dei pronomi personali adeguati ai monologhi per
-dialoghi
-...dialoghi... per dissociati? 
-Non penso che ci sia tutta questa voglia di creare confusione deittica.
-Quanto sono colto.
-Comunque dicevo sul serio, sarò comprensivo.
-Non mi fido. Voglio parlare con lo psicologo. Quando sono sveglio.
-Paranoico.
-Sai benissimo che non hai quel problema.
-Senti, cosa ti fa pensare che lo psicologo cambierà idea? È due anni che cerchi di convincerlo che tu c'eri prima di me, ma la storia che derivo dal tuo complesso di privazione del ciuccio solo perché ero io quello che è riuscito a farci smettere di portare quel surrogato in bocca, non regge.
-Sei un razzista. Solo perché tu hai più controllo sull'emisfero destro del cervello non significa che puoi truccare a questo punto le nostre reminescenze!
-Non ti lamentavi però, Mr Emisfero Sinistro, quando abbiamo scelto di iscriverci a Matematica...
-Ma che c'entra!
-Si vede proprio che sei un freddo razionalista del cazzo.
-Senti, sei stato tu a dire che stasera non sapevi che scrivere nel tuo blog. Io non ti rompo mai.
-Prova a dirmi che devo farmi gli affari miei e sai dove si finirà.
-Ora mi aiuti col blog di Matematica.
-Ma se invece ci prendiamo una pasticchetta di melatonina e ci facciamo un sonno?
-Lo vedi!!! Dimmi la verità, tu non dormi la notte!
-......Vabbè, controproposta...
-Sarebbe?
-Te lo dico all'orecchio.
-Non ti scomodare. Se lo pensi va bene lo stesso.
-Giusto, è il pensiero che conta.
-...Ti prego...
-Ok, facciamo che ora noi...
- :D
- :D
- Tvb.
- E poi penso che mi manca l'autostima...
(test: sei su un blog... come offrirmi 1/6 di caffè?)

20120104

Postfazione alla premessa d'ogni epilogo (parte II)


Noi possiamo forse dire in generale che "percepiamo", e che ciò che percepiamo possiamo poi "immaginare di percepirlo", dove il termine "immaginare" è svuotato del suo senso visivo e vuole significare più genericamente "ricreare mentalmente".
Quindi, che cos'è un pensiero?

Quando una persona dice "ti penso", che cosa ci dice? Che nella sua mente si sta ricreando un'immagine in cui compare il nostro volto, e dunque noi siamo essenzialmente la nostra faccia? (Da cui sarebbe comprensibile la tristezza suicida di Tom in Vanilla Sky). O che altro? Che in generale pensa a qualcosa relativo a noi? Si fa un film in testa in cui noi siamo nel cast?
Ma non è di questo che voglio parlare (e allora perché lo scrivi? (ma fatti i cazzi tuoi (beh veramente sono miei (in verità non ne ho idea (è che sei un ciarlatano che non sa mai dove deve andare a parare (beh in quel caso lo sei anche tu (...))))))).

La cosa che stupisce è che la nostra mente sia perfettamente in grado di distinguere ciò che "crea" da ciò che "ricrea".
Ogni percezione, che sia ciò che vediamo o annusiamo, è il risultato di un elaborato processo neurologico. Essenzialmente dunque, viene creata nella nostra testa. Quasi idem, per ciò che diciamo di immaginare.
Però, se io immagino di vedere un pettirosso sulla mia scrivania, e con un po' di concentrazione riesco a farlo vividamente, so che non lo sto vedendo davvero.
Come riesco a distinguere ciò che penso da ciò che percepisco?
Dov'è la differenza psicobiologica? La mia "mente" (qualsiasi cosa essa sia... o "io" sia in quanto mente...), è perfettamente in grado di riconoscere gli effetti della mia "intenzione"?

So cosa sto immaginando e cosa invece è reale. Proprio ciò che non riescono a fare gli schizofrenici o in generale coloro che vengono detti "matti": quelli che non distinguono la realtà. E io mi stupisco che ci si riesca.
(indovinate dove cliccare per offrirmi 1/6 di caffè)

20120103

Postfazione alla premessa d'ogni epilogo (parte I)

Abbiamo pensieri. (Si spera).
Abbiamo dei sensi, che sembrano essere: olfatto, vista, gusto, tatto, udito.
Ci viene naturale: i sensi sono 5.
Ma mettetevi nei panni del primo che se l'è chiesto.

Ricordo di aver beccato su youtube, ma non mi va di cercarli, dei video su un quiz televisivo molto carino. Il conduttore poneva domande propriamente banali e i punti venivano assegnati a chi dava la risposta più originale. (Ok alla fine la webmania prevalse: eccone uno)
Sarebbe proprio da rifare.
In una puntata, a un certo punto il conduttore chiede: quanti sono i sensi. Cominciano a uscire fuori cose come il senso di colpa, il senso dell'equilibrio, il senso dell'umorismo, il senso del calore (che è diverso da quello del tatto riguardante consistenza, ruvidezza etc).

Come un giorno al bar un mio amico disse che un grand'uomo aveva detto, il mondo è un tutt'uno che sta qui, l'uomo lo categorizza e dopo un po' di tempo altri uomini credono che certe cose siano davvero "separate". It is not the case.
Mi pare il citato fosse Feynman, ritrovando nelle sue Lezioni sulla Fisica:
So, ultimately, in order to understand nature it may be necessary to have a deeper understanding of mathematical relationships. But the real reason is that the subject is enjoyable, and although we humans cut nature up in different ways, and we have different courses in different departments, such compartmentalization is really artificial, and we should take our intellectual pleasures where we find them.
(indovinate dove cliccare per offrirmi 1/6 di caffè)

20120102

Secondo giorno


Il più bel posto del mondo.
Post-apriamo quest'anno col suggerire di farsi un utile tradizione personale.
Ricordate quella profonda delusione che è stato il film Alice in Wonderland di Burton? Insomma, Burton + Lewis Carroll... un cocktail visionario oltre ogni limite, ci si diceva. E invece una vera americanata di merda. Ecco, Alice pensava a 6 cose impossibili prima di fare colazione.
Sono questi i piccoli pensieri che avviano una catena di associazioni che ci porta a cambiare modo di vedere le cose.

Dai post precedenti sapete che io, di pensiero quotidiano, ho il mio pensiero felice da fare.
La storia fu semplice: a un'amica poco propensa a darsi lo spazio che gli spettava nella propria vita,  imposi per terapia di concepire (almeno) un pensiero (veramente) cattivo al giorno.
In tutta risposta, per la mia poca allegria in quei giorni, mi commissionò questa cosa del pensiero bello e coi fiocchetti rosa.

Da quanto detto nasce la pensierinterapia. La pensierinterapia è una terapia di auto-cambiamento a lungo raggio, basata sull'auto-imporsi di concepire $n$ pensieri di tipo $x$ al giorno.

Qui di seguito una prima lista di diffusi problemi con relative cure pensierinterapiche.
Aprite il nuovo anno scegliendo (o meglio, obbligando qualcun altro a scegliere) una cura pensierinterapica per il vostro problema preponderante.
Diagnosi Tipo di pensiero Dose
mancanza di fantasia impossibile 6 prima di colazione
tristezza esistenziale felice 1 appena svegli
altruismo compulsivo cattivo 1 al giorno
colpevolezza coatta altruista 2 un'ora prima di coricarsi
abulia nichilista eroico 1 appena svegli
apatia misantropa passionale 1 al giorno
stupidità deliberata geniale 2 al giorno
codardia escretoria coraggioso 10 al giorno
ipocrisia impenitente sincero 3 dopo ogni pasto
noia ossessiva comico 7 al giorno
superbia egotistica umile 1 al giorno
disabilità d'autostima vanitoso 1 al giorno

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20120101

L'ape Maya e la fine del Mondo

Coincidenze. Sono nato nell'89, anno in cui ci furono (non mi va di controllare, vado a vaga memoria), mooolte macchie solari, tante che tale fenomeno si sarebbe ripetuto solo nel 2012... tempeste magnetiche per tutti.

Quanto di escatologico si potrebbe trovare sull'aprirsi di questo nuovo anno?
Iniziando a scrivere pensavo di cominciare col fattorizzare 2012 e dare man forte alla numerologia, ma perché tutta 'sta fatica? Tanto lo sappiamo che non succederà un cazzo cavolo.

Il calendario che usiamo è stato scritto da un tizio, e come disse una volta un poeta:
tutti gli uomini fanno la cacca.
Questo significa: non credere che nelle faccende umane ci siano significati più profondi di quelli che gli danno gli uomini che le vivono.
Caso. Chiuso. Cazzo. -cit.
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