20110114

Sadico >> def: dall'inglese "sad", triste

Tutti si nascondono; qualcuno è così bravo da non trovare più se stesso.
Tra i pochi che hanno uno specchio nel cervello, alcuni essendo very sad, molto tristi, si ritrovano sadici; e mentre essere samurai con la lingua non garantisce il gusto del sangue in bocca, la batosta t'arriva sempre alle spalle (destino vigliacco!)
Così, mentre magari non te ne frega un protone se qualuno ne vuole fare un fatto personale della tua schiettezza, genuinamente rude e mai più fine di un elefante, improvvisamente... crash, ti ritrovi a pezzi, perché quando invece volevi il bene di una persona, ecco: sei tu che la fai piangere.
Inutile a questo punto rivisitare vecchie bozze di una morale del suicidio quando l'etica si è purgata d'ogni ontologia... ci sono malattie che non si curano, ad esempio l'essere portatore di cuore; se hai un cuore, sei fottuto, ci dispiace.
La vita umana è paradosso, perché ti ritrovi ad essere amico di due nemici, a far male a chi vuoi bene, a pretendere un sentimento che non può esserci fintanto che ne esprimi il bisogno, ma cessare di richiederlo non ne assicurerebbe la presenza e quindi, di nuovo, non puoi non sentire quella mancanza, un sottovuoto interno dove l'urlo del silenzio ascolta l'eco delle parole non dette.
Riflettere poi aiuta sempre. Ci fa constatare che il buio è più veloce della luce, o che morire dal ridere è il solo possibile vero atto di altruismo verso se stessi.
Meglio sbrigarsi a giocare le proprie carte, insomma, prima di accorgersi che le regole sono incoerenti.