20111230

Parole parole parole... (parte 2)



Il culto del "vocabolarismo", è stato in me rafforzato dalla Filosofia.

Il filosofo ha l'intenzione, che abbiamo tutti, di capire come stanno "davvero" le cose.
E il primo che ti viene a dire qualcosa in questa storia chi è? Socrate. Ti vai a leggere i dialoghi platonici dove a parlare è lui, e alla fine di cosa si tratta?  Che cos'è l'amore, che cos'è la temperanza?
Si tratta di trovare la definizione corretta che sta dietro a un nome.

E poi avanti tutta coi filosofi che tagliarono le gambe all'oscuro linguaggio dei predecessori (Locke, Hume) e che cominciarono a distinguere tra doxa logos nei discorsi propri e altrui, cercando di sfrondare la chiacchiera e fare un discorso ben definito (Wittgenstein col Tractatus, Carnap con la sua Analisi Logica, il Logicismo e così via).
Ma non è il momento di mettere in mostra che so usare Wikipedia per far finta di sapere cose che invece non so.
Ma come s'intuirà sto sviluppando un programma di studio al riguardo che ho a cuore seguire.

In proposito mi sento di dare una garanzia: uno studente (bravo) di Matematica si perde molto meno in discorsi facili a fraintendersi, poiché ha l'istinto di domandarsi: wtf, di cosa, esattamente, stiamo parlando?
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