20110429

Ubuntu rompe tutte le finestre, ma il signor Tutti è sempre il più famoso

Da poco è uscito il nuovo numero (>>clicclami!) di una delle prime riviste il cui tema tra poco affollerà le edicole.
La gente ancora non lo sa. Perché quel tema non è pubblicizzato per le masse, perché si parla di una cosa che finora era un premio per coloro che avevano il merito di interessarsi alla cosa, di chiedersi se, per caso, non ci fosse di meglio.

Il problema è sempre quello, che uno si domanda: "Ma se tutti ce l'hanno, se tutti fanno così, se tutti sono d'accordo su questo, com'è possibile che in giro ci sia di veramente meglio e tutti non lo sappiano? Qualcuno lo avrebbe saputo e tutti si sarebbero subito aggiornati, perché qualcuno è stupido, ma tutti no. Com'è possibile, se tutti la pensano così, che pensarla così non sia giusto?"
Della fondatezza di bruciare donne creative e non bigotte sul rogo, una volta, ne erano convinti, i Tutti.
Io, finora, un tizio di nome Tutti non l'ho mai incontrato. Se mi dicessero di scegliermi un secondo nome, sceglierei questo: Tutti. L'uomo Tutti, che parla di sé col pluralia maiestatis, dicendo "Noi Tutti lo sappiamo, noi Tutti la pensiamo così", con tutti che pensano che abbia ragione, perché tutti vogliono avere ragione e danno ragione, nel dubbio, a sé stessi, per cui perché Tutti non dovrebbero dare ragione a Tutti, sempre con  plurale maiestatico parlando?