Quando ero piccolo mio padre chiamava mio fratello e me, rispettivamente, memotto e memetto; che poi furono abbreviati, rispettivamente, in memo e meme.
Poi, quando iniziai il liceo, nel focoso fervore (tautologia)
dello stereotiparsi gran intellettuale
(scuola italiana che haimé lasci ergersi i mediocri nella mediacrità...),
presto supposi che le idee di una persona potessero essere considerate come aventi vita propria, e usanti dunque le menti che le pensano come mero supporto della propria vita parassitaria.
Questo video

Ora, da bravo mentologo non mentalista, guida la schietta dei memetici.
Sui memi in rete si trova tanto, come di ogni cosa post-new-age
(e provate a inventare una parola e googlarla... tipo postnewage... paura),
da notare ad esempio KNOWYOURMEME
una roba che raccoglie memi in giro per la rete.
Beh, insomma...
Io la gente che si annoia proprio non la capisco.